BASILEA E RATING: gli accordi.

Dopo aver affrontato nel precedente articolo i profondi mutamenti che hanno interessato negli ultimi anni il sistema bancario e il sistema impresa, e come essi abbiano condizionato il rapporto fra i due sistemi, in questo secondo articolo dedicato all’importanza della pianificazione finanziaria nel rapporto banca-impresa verrà introdotto il concetto di rating.

Il rating esprime un giudizio sull’affidabilità di un’impresa (o anche di una persona fisica), più precisamente la sua capacità di ripagare un prestito in un determinato periodo di tempo. In altri termini si tratta di una valutazione sintetica del suo profilo di rischio di credito.

Esso è quindi un indicatore fondamentale ai fini della concessione del credito, conseguenza diretta dei vari accordi di Basilea che hanno introdotto questo strumento nei processi di valutazione delle banche. Ne deriva un sostanziale obbligo da parte delle imprese richiedenti credito di conoscere le informazioni utilizzate dalle banche per attribuirlo e le leve manageriali attivabili per migliorarlo nel tempo, se vogliono migliorare la possibile di ottenere credito e a condizioni più favorevoli.

L’attribuzione del rating è un processo complesso e articolato, risultante da una serie di analisi e valutazione dei fattori di rischio che condizionano l’effettiva possibilità di un’azienda di restituire il credito ricevuto. Ciascuno di questi fattori, opportunamente ponderati, contribuiscono a determinare la classe di merito complessivo (rating) dell’impresa.

Per arrivare a questo risultato di sintesi la banca utilizza informazioni di tre tipi: quantitativo, qualitativo e andamentale.

 RATING QUANTITATIVO

L’analisi delle informazioni di tipo quantitativo si concentra sulla capacità dell’impresa di generare nel tempo flussi di cassa positivi, mantenendo un’equilibrata struttura patrimoniale e finanziaria, e livelli di redditività soddisfacenti. L’aspetto che viene sottolineato in questa analisi, e che conferma una tendenza in atto da alcuni anni, è dato dalla rilevanza assegnata alla componente finanziaria rispetto a quella economica della gestione aziendale. Ovviamente l’analisi dell’economicità complessiva del business non perde valore ma non è più l’unico (né il principale) criterio di valutazione come storicamente è stato. Sempre più ciò che interessa i terzi prestatori, ed in particolari il sistema bancario, è soprattutto la capacità dell’impresa di generare flussi finanziari, per quello che viene chiamato il servizio al debito. Quello che interessa, al di là dei buoni risultati del conto economico (misurati in termini di fatturato, EBITA, EBITDA, ecc.), è che ci sia sufficiente liquidità per onorare le scadenze concordate (misurabile sostanzialmente attraverso il cash flow che la gestione è in grado di generare).

RATING QUALITATIVO

L’analisi delle informazioni di tipo qualitativo analizza invece fattori ambientali ed organizzativi che caratterizzano l’impresa e che possono condizionare nel futuro il suo profilo di solvibilità. Si tratta in particolare di analisi relative a: qualità della gestione, composizione della proprietà, capacità progettuale, organizzazione sottostante a supporto dei piani aziendali, ecc. Ciò detto, occorre anche tenere presente che il peso di questa parte del rating varia moltissimo in funzione della dimensione aziendale, e se questa ha una discreta rilevanza in imprese medio-grandi o multinazionali, in imprese di piccole e medie dimensioni, o addirittura per clienti privati, questi fattore hanno un peso molto modesto.

RATING ANDAMENTALE

L’ultima tipologia di informazioni analizzate è quella di tipo andamentale: è quella che più da vicino si occupa del comportamento del cliente nei confronti del sistema bancario. Viene definita andamentale perché rappresenta la storia del rapporto del cliente con la banca, e più in generale con tutti gli intermediari finanziari. Diventano quindi fondamentali l’andamento dei prestiti nel corso del tempo, l’eventuale tendenza a “sforare” rispetto al credito concesso e i tempi di “rientro”. Tali fattori di valutazione sono basato su due fonti di informazione: i rapporti precedenti con l’istituto di credito che calcola il rating e, soprattutto, i dati desumibili dalla Centrale dei Rischi che riassumono le informazioni su tutti i rapporti di una certa impresa con l’insieme del sistema bancario.

Quanto concorrono in percentuale i singoli rating nella valutazione aziendale?

Di seguito si riporta un prospetto di sintesi predisposto sulla base di informazioni raccolte in diverse banche (afferenti a gruppi differenti).

Le varie tipologie di rating hanno pesi diversi in funzione della dimensione aziendale. E’ possibile però notare che l’importanza dell’analisi andamentale è elevata a prescindere dalle dimensioni dell’impresa.

Per questo motivo il rating andamentale assume assoluto rilievo nella valutazione finale. Infatti, in sostanza ed indipendentemente dalle dimensioni e tipologia aziendale, che cosa interessa realmente al sistema bancario? Con una battuta si potrebbe rispondere tutto, ma se si dovessero scegliere gli indicatori più analizzati si potrebbe dire che alle banche interessa principalmente: il numero degli affidamenti, la percentuale di utilizzo degli stessi, le percentuali di insoluto, i ritardi nei pagamenti e l’entità di eventi anomali, ossia l’affidabilità dell’interlocutore nei rapporti con le banche stesse.

Concludendo, è importante ribadire il fatto che le imprese abbiano l’assoluta necessità di avere sotto controllo tutte le variabili e tutte quelle che possono essere le dinamiche che possono incidere sul rapporto con le banche. Il controllo gestionale, così come deve essere tempestivo ed efficace nell’analisi economica, deve completarsi con adeguata tempestività ed efficacia sulla pianificazione finanziaria di breve medio e lungo periodo, perché possa consentire all’impresa di governare, fra le altre grandezze, anche il proprio rating.

Nel prossimo articolo vedremo come realizzare una corretta e puntuale pianificazione finanziaria di medio periodo tramite un software dedicato (FiPlan) con lo scopo di ottenere un rating quantitativo previsionale.